Non è più una bolla speculativa: il mercato dell’arte diventa una realtà economica di primo piano e tanto gli Stati quanto i privati stanno riscoprendo il “potere dell’arte”, che l’Europa aveva ben conosciuto nei secoli passati.
E’ quanto emerge dalle anticipazioni del nuovo rapporto annuale di Artprice, il sito che da anni monitora il mercato dell’arte, che verrà diffuso il 26 febbraio. Il documento parla di una “crescita fenomenale” che ha riguardato gli ultimi quindici anni. Contemporaneamente, dal 2000 al 2014 sono stati costruiti più musei che nei due secoli precedenti, musei che, nota il rapporto, hanno sempre più una vocazione imprenditoriale.
Importante anche il ragionamento sui prezzi delle opere d’arte: se i livelli massimi si sono tenuti intorno ai 10 milioni di dollari negli anni 80, sulla soglia del 2000 si sono raggiunti i 100 milioni, con picchi di questi giorni che parlano anche di 300 milioni di dollari per un Gauguin. Ma la tendenza punta molto più in alto e tra gli esperti più di uno ipotizza che si possa arrivare, per il contemporaneo, a prezzi sul miliardo di dollari.
L’arte, comunque, torna a contare sulla scena geopolitica globale, ed è parte anche della competizione tra Stati Uniti e Cina. Infine, da notare come tra i 500 artisti top del mercato molti siano ancora vivi, un fenomeno del tutto nuovo nella storia e che fa dell’artista contemporaneo un influente “market maker”. Anche questa è una rivoluzione.